Giusto Pio nasce a Castelfranco Veneto nel 1926. A 13 anni i suoi studi musicali lo conducono al Conservatorio B. Marcello di Venezia dove studia alta composizione con Gianfrancesco Malipiero e violino con Luigi Ferro, ultimo grande violinista della “scuola veneziana” a cui si deve la diffusione della musica Vivaldiana nel mondo tramite il celebre gruppo cameristico “ I Virtuosi di Roma”.

Dopo il diploma di violino, sposatosi con Mary, si trasferisce a Milano, centro della cultura musicale italiana negli anni ‘50. Conseguiti importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali (S. Cecilia 1952, Roma, violino solista – Ginevra 1953, quartetto d’archi), entra nell’orchestra della RAI di Milano (all’epoca EIAR) come violino Concertino, ruolo che gli permette di formarsi una propria idea musicale ed acquisire, in circa un trentennio di attività a contatto con i migliori direttori ed esecutori nel mondo (fra tutti l’amico Sergiu Celibidache), una vasta esperienza nel campo sinfonico-orchestrale ed operistico.

Giusto Pio

Svolge sempre in quegli anni anche un’ intensa attività didattica e cameristica con i migliori complessi milanesi ed italiani in genere, avvicinandosi ad un vasto repertorio musicale che spazia dalle musiche del Medioevo e Rinascimento (complesso Letitiae Musicae, gruppo pioniere in Italia), ed attraverso il Barocco (Complesso Strumentale Italiano, Symposiurn Musicum Milano, Giovane Quartetto di Milano, Complesso Barocco di Milano, etc.) arriva alla musica contemporanea dei giorni nostri (numerose esecuzioni in prima assoluta con i maggiori compositori italiani viventi).

Numerose sono le registrazioni per le principali case discografiche del tempo (Ricordi, Angelicum, Vox, Decca), con esecuzioni che, come nei concerti, risultano sempre filologicamente attente, grazie anche all’ausilio di musicologi come Francesco Degrada o Monterosso della Scuola di paleografia musicale di Cremona.

Verso la fine degli anni ’70 conosce il poliedrico artista/musicista Franco Battiato a cui inizialmente impartisce lezioni di violino e, quasi per gioco e curiosità, inizia con lui a partecipare a concerti di musica avanguardistica nei circuiti alternativi.

Nel 1978 mentre collabora con Battiato per i dischi “Juke box” e “ L’Egitto prima delle Sabbie” edita “Motore immobile”, il suo primo LP autografo. Inizia con Battiato un prolifico sodalizio musicale che risulterà fra i più interessanti nel panorama musicale Italiano e che lo porterà a nuovi traguardi sia nel campo della musica commerciale che dell’avanguardia, con grandissimo successo in termini di popolarità e di discografia.

Tutti i dischi di Franco Battiato, da “L’Era del Cinghiale Bianco” a “Fisiognomica” (1994) vedono il nome di Giusto Pio in qualità, a seconda dei casi, di coautore, di arrangiatore, violinista e direttore d’orchestra. Sempre insieme a Battiato, scrive musiche ed arrangiamenti di molte canzoni di successo per Alice, Giuni Russo , Milva, Gaber ed altri.

Con “il Vento caldo dell’estate” e “Per Elisa” , cantate proprio da Alice, vince il secondo (1980) ed il primo (1981) premio al Festival di Sanremo.

Pubblica a suo nome tre album di musica leggera con echi avanguardistici (“Legione straniera”, “Restoration” e “Note”) riscuotendo anche un successo personale di vendite e diventando un nome conosciuto anche dal pubblico giovanile di massa , come testimoniano le cronache musicali di quegli anni.

Diventa socio S.I.A.E. in forza del numero di copie di dischi venduti (primo disco d’oro italiano con “la voce del padrone”), acquisendo una specifica competenza nella materia dei diritti d’autore e nelle edizioni.

Ricordato per la sua competenza ed umanità anche nei rapporti istituzionali con le principali case discografiche (EMI, Ricordi, Polygram, Sony, ecc.), nelle relazioni in genere con il mondo dell’arte ed i personaggi dello spettacolo, partecipa a convegni, dibattiti e consulenze, grazie alla sua indiscutibile esperienza sulle problematiche relative l’organizzazione e la gestione dei complessi artistici e gli spettacoli culturali in genere.

Nel 1998 pubblica “Alla corte di Nefertiti”, album che segna il suo passaggio ad un diverso genere musicale che si sviluppa dopo la fine del sodalizio artistico con Battiato.

Nell’ultimo ventennio della sua vita ritorna al suo primo amore, la sperimentazione e ricerca (sia acustica che elettronica), con divagazioni per le musiche ambientali e per il teatro , genere che pure aveva coltivato precedentemente, vedasi “Medea” con il gruppo teatrale Cripton di Firenze, primo premio per la musica al Festival di Massa Carrara, oppure con le quattro opere liriche di Battiato eseguite nei principali teatri italiani . Aperto ai commenti musicali interattivi, inizia sempre più a relazionarsi con altre forme d’arte quali la pittura, la scultura e la poesia.

Ricordiamo infine nella sua ultima e più recente discografia avanguardistica titoli quali “Utopie”, “Missa Populi” (dedicata a S.S. Giovanni Paolo II), “A.D.A.M. ubi es”, “Le vie dell’oro” che, caso più unico che raro nel campo dell’avanguardia, hanno incontrato sia il favore del pubblico oltre che l’interesse degli specialisti.